Ottimizzazione SEO nell’era dell’AI: cosa cambia e cosa no


Negli ultimi mesi sembra che tutti abbiano un solo mantra: l’intelligenza artificiale cambierà tutto. Ed è vero, almeno in parte. Ma se c’è un campo in cui il cambiamento va capito più che temuto, quello è proprio l’ottimizzazione contenuti SEO.
Lavorando ogni giorno con clienti piccoli e grandi su progetti SEO reali, posso dirti con certezza una cosa: l’AI non ha affatto ucciso la SEO. L’ha trasformata, sì. Ma se sai come adattarti, può diventare il tuo alleato migliore.
La SEO non è morta. È diventata più complessa. Oggi ottimizzare significa capire cosa vogliono davvero le persone, cosa si aspettano da una pagina, come si muovono nei risultati di ricerca… e soprattutto come rispondere in modo utile.
Un testo generato male da AI si riconosce subito. E anche Google lo riconosce. Ma se sai usare bene strumenti come ChatGPT, Claude o Gemini per raccogliere spunti, dati e idee, puoi creare contenuti davvero ottimizzati. Umani, autentici, ma intelligenti.
Cos’è l’ottimizzazione contenuti SEO oggi (2025)
Una volta bastava ripetere la keyword, usare i tag giusti e sistemare il title. Oggi l’ottimizzazione contenuti SEO è fatta di ricerca delle intenzioni reali dell’utente, contenuti utili e ben strutturati, uso equilibrato delle keyword correlate, testi scritti per umani e non per Google, e collegamenti interni coerenti e rilevanti.
Se un contenuto non genera clic, tempo di permanenza o condivisioni… non è ottimizzato. Punto.
Come creo contenuti ottimizzati per i clienti Webita
Ti racconto il mio processo personale, che uso anche per i clienti Webita. È semplice, ma funziona. Studio la keyword e le correlate usando strumenti come Semrush e Search Console. Capisco le domande che si pone l’utente. Creo una struttura logica. Scrivo testi come se stessi parlando a una persona, non a un algoritmo. Rileggo tutto ad alta voce. Se suona artificiale, riscrivo.
Uso strumenti di AI per integrare esempi, definizioni o idee. Ma mai per scrivere l’intero testo. L’obiettivo resta sempre uno: dare valore a chi legge.
L’importanza della struttura (sì, i tag contano ancora)
La forma è sostanza. Usare bene i sottotitoli, paragrafi brevi, grassetti e collegamenti ben posizionati aiuta sia il lettore che Google a capire meglio il contenuto.
In più, l’uso dei link interni ti consente di guidare il traffico verso pagine strategiche del tuo sito. Come in questo caso, dove puoi approfondire con la nostra pagina dedicata all’analisi SEO.
Errore comune: scrivere per Google e dimenticare le persone
Uno degli errori più frequenti nell’ambito dell’ottimizzazione contenuti SEO è cercare di “piacere a Google” più che alle persone. Ma oggi questa strategia non funziona più. Google è molto più bravo a capire se un contenuto è davvero utile.
Scrivere in modo autentico, semplice e con uno scopo reale è la chiave. Anche se usi tool di intelligenza artificiale, il tocco umano resta decisivo.
Conclusione: SEO e AI non sono rivali (se sai usarle insieme)
Nel 2025 molti parlano di GEO, la cosiddetta “Generative Engine Optimization”. Una nuova etichetta per un concetto vecchio: cercare di posizionarsi nei risultati forniti dai motori basati su AI generativa. Ma diciamolo chiaramente: non esiste una vera ottimizzazione generativa se non parte da una solida base SEO.
I motori generativi da ChatGPT a Perplexity, fino alla SGE di Google si nutrono di contenuti già indicizzati, già valutati, già strutturati secondo i principi della SEO tradizionale. Senza una buona architettura delle informazioni, senza contenuti realmente utili, senza segnali di qualità e pertinenza… nessun motore AI ti mostrerà. Perché semplicemente non saprà che esisti.
Ecco perché continuare a parlare di SEO ha ancora senso. Non solo ha senso: è fondamentale. La vera rivoluzione non è “smettere di fare SEO” per passare a qualcos’altro, ma capire come evolve la SEO per dominare anche nei nuovi spazi di visibilità.
I contenuti che oggi entrano nei modelli linguistici, che diventano risposte nei motori conversazionali o prompt nei chatbot, sono gli stessi che ieri avevano una struttura SEO chiara, curata, pensata per rispondere davvero alle esigenze dell’utente.
E questo non cambierà.
Quindi sì, possiamo anche chiamarla GEO. Possiamo parlare di ottimizzazione per l’AI. Ma se saltiamo la SEO, non arriveremo da nessuna parte.
Il futuro vedrà SEO e AI sempre più intrecciate, non contrapposte. L’una potenzia l’altra. La SEO ti aiuta a farti trovare, a posizionarti, a dare coerenza al tuo messaggio. L’AI ti aiuta a ottimizzare i processi, a scalare la produzione, a essere più veloce e creativo.
Ma è solo quando lavori su entrambe con metodo, strategia e contenuto vero che arrivano i risultati.
E noi lo stiamo già facendo ogni giorno con Webita. Vuoi vedere come si applica tutto questo al tuo sito?
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